All’inizio del viaggio
La storia di Paolo Netto è preceduta da una "preistoria", che comprende una serie di tentativi, ipotesi di lavoro e riferimenti al genius loci labronico, e dà il via a un lento avvicinamento alle conquiste degli anni ’90 del 1900. Queste a loro volta, sono sottoposte a un processo di verifica e di maturazione fino all’acquisizione della definitiva maturità dell’artista e dell’uomo.
Incontri: statue-stele, Tapies, Burri
Il cambiamento è segnato, tuttavia da un avvenimento "esterno", la scoperta delle Statue-stele della Lunigiana, avvenuta nei primi anni ’90. Discutendo dei debiti contratti dall’artista con i suoi maestri, sembra doveroso citare tra essi gli ignoti autori di queste opere che interpretano magistralmente il ruolo di testimoni della memoria, così come è indicato dal termine stesso di "monumento" che, per la sua radice latina "monère", si riferisce ad opere destinate ad attraversare il tempo.
Le Stele
L’avvio dell’avventura artistica di Paolo Netto nella sua prospettiva di autonomia e di coerenza, inizia dunque con due eventi, meglio con due incontri: quello con le statue-stele della Lunigiana, che gli forniscono la forma e la sostanza del suo racconto,e quello con i maestri dell’arte materica che gli suggeriscono le modalità di espressione e di comunicazione.
I Muri
Come detto, il periodo delle Stele è caratterizzato da un sempre più evidente affiancamento dall’icona "stele", e questo consente all’artista di concentrarsi sulla natura profonda delle sue superfici "costruite con calce e cazzuola, che è quella semplicemente, roccia e si sovrappone ad esso, come dimostrano alcuni lavori in cui i due elementi sono chiaramente indicati (ad es. Muro con stele verticale, Stele murata) nello stesso titolo.
Le Rivisitazioni
Sia le Stele che i Muri constano di numerosi particolari, di piccoli frammenti visivi che, inseriti nel più ampio disegno dell’opera globale, diventano semplici, anche se importanti, componenti di essa. Si tratta però di elementi che, a ben vedere, posseggono una loro specifica individualità, una loro compiutezza e potrebbero quindi costituire opere a sé stanti, disponibili ad un più stringente rapporto dialogo con se stessi e gli uni con gli altri.
I Manifesti
La chiarezza del sé stimola e giustifica la spinta a comunicare con gli altri. Questo è il fil rouge che assicura alle nuove opere, intitolate Manifesti, una necessaria coerenza con le esperienze precedenti; esistono però evidenti elementi di continuità anche nell’attività manuale che è alla base dei lavori, nell’equilibrio geometrico della composizione, nel persistente ricorso ad un colore "senza trasparenze, coprente, che sigilla e chiude le sagome" e i materiali, nella vocazione oggettuale e nella tecnica dichiaratamente assemblativa che già caratterizzava le Rivisitazioni.
Il cartone e i Cartoni
E’ l’utilizzo del cartone ondulato, per intenderci quello di cui sono fatte le scatole da imballaggio, l’evento caratteristico dell’ultima stagione creativa di Paolo Netto, ancora in corso, che conduce alla produzione di opere raffinate e suggestive alle quali l’autore ha imposto il titolo, semplicemente di Cartoni. In verità il cartone come medium artistico non è una novità: la novità è piuttosto nella sistematicità con cui esso è impiegato e che finisce per diventare un elemento identificativo di Netto, un pò come i sacchi di iuta di Burri, gli impasti di Fautrier o il caolino di Manzoni.
La tecnica del monocromo
La superfice dei cartoni è investita, come atto finale, da un colore unico, invadente e coprente, bianco, nero, rosso, arancio, ecc., che suscita una forte sensazione di compattezza e di unità. La monocromia, già intuita e parzialmente realizzata nelle Rivisitazioni e nei Manifesti, diviene ora una scelta obbligata nella ricerca linguistica di Netto, e lo inserisce in un ambito importante della cultura artistica occidentale:
la dimensione installativa
Il profilo artistico di Paolo Netto non sarebbe completo senza un cenno all’attività installativa alla quale l’artista si è dedicato, con il consueto impegno, negli ultimi anni di attività. Una definizione di "installazione" come fatto artistico, può essere quella che è stata proposta nel 2010: ... un lavoro progettato dall’autore per un preciso spazio e un preciso tempo che pur proponendosi come un’entità fisica concreta, rimanda intenzionalmente all’azione che l’ha prodotta (Bruno Sullo).
Note biografiche
Nato a Livorno nel 1946, Paolo Netto è precocemente attratto dal disegno e si avvicina alla pittura nei primi anni ’70 del 1900. Dopo un iniziale tributo alla tradizione post-macchiaiola, nel 1983 fonda con l' amico Piero Mochi Studio 2", un sodalizio artistico che si scioglierà nel 1993. In questo periodo collabora con lo "Studio Etra" di Livorno (collaborazione tuttora attiva), e con "Artelibertà" di La Spezia: da quest’ultima collaborazione proviene la conoscenza ed il lungo sodalizio con il prof. Ferruccio Battolini.
Contatti
Paolo Netto
Via della Fonderia 13
57127 Livorno
Phone: 328 1120296
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Carte
(LE OPERE DEL PERIODO)
Opere varie
(LE OPERE DEL PERIODO)