La chiarezza del sé stimola e giustifica la spinta a comunicare con gli altri. Questo è il fil rouge che assicura alle nuove opere, intitolate Manifesti, una necessaria coerenza con le esperienze precedenti; esistono però evidenti elementi di continuità anche nell’attività manuale che è alla base dei lavori, nell’equilibrio geometrico della composizione, nel persistente ricorso ad un colore "senza trasparenze, coprente, che sigilla e chiude le sagome" e i materiali, nella vocazione oggettuale e nella tecnica dichiaratamente assemblativa che già caratterizzava le Rivisitazioni.
In effetti non è facile tracciare una sicura linea di demarcazione tra le Rivisitazioni e questi nuovi Manifesti molti dei quali (sopratutto quelli iniziali) presentano un assetto compositivo e visivo molto simile ai precedenti: la variazione maggiore, al di là della scoperta e dell’utilizzo di nuovi media quali il cartongesso e la stoffa, è sopratutto di tipo concettuale, e dipende dal fatto che l’artista intende questi lavori dedicati ai lettori e quindi depositari di una funzione di comunicazione che è chiaramente indicata negli stessi titoli.
(LE OPERE DEL PERIODO)